Relazione tra deficit e debito: Francia, Spagna e Italia negli anni dopo la crisi del debito sovrano
Lucio Columella
La riduzione del deficit attraverso i tagli alle spese statali viene presentata come l’unico o il principale metodo di riduzione del debito. È questa la ratio che sottende ai Trattati europei, che impongono vincoli stringenti al deficit e al debito, e all’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. La disciplina di bilancio, però, se, da una parte, ha ostacolato la ripresa dalla crisi del 2008-2009, dall’altra non ha portato a una riduzione del debito sul Pil. L’articolo che pubblichiamo dimostra che non esiste una relazione diretta tra riduzione del deficit e riduzione del debito [n.d.r.].
La relazione tra deficit di bilancio e debito pubblico non è una relazione diretta di causa-effetto. Infatti la relazione tra queste due quantità è mediata da molti altri valori fondamentali dell’economia che retroagiscono sui primi, come: la crescita del PIL, sia interno che internazionale e, quindi, la variazione del volume dell’import e dell’export e il variare delle condizioni sui mercati finanziari (sia congiunturali che strutturali).
Il caso dei Paesi europei appartenenti alla zona Sud può essere esplicativo della complessità e non linearità della relazione deficit/debito. Si considereranno più correttamente i rapporti di queste due variabili rispetto al PIL. La Spagna, nel periodo successivo la cosiddetta crisi del debito sovrano (2011), ha registrato per il rapporto deficit su PIL e per il rapporto del debito su PIL andamenti chiaramente divergenti. Ossia il contenimento del deficit non implica necessariamente una diminuzione corrispondente del rapporto debito su PIL. Anzi, nel biennio 2014-2015 l’assestamento del deficit su livelli compresi intorno al 6 per cento ha corrisposto ad una stabilizzazione del debito intorno al 100 per cento del PIL, livello dal quale non si sono più rilevati scostamenti sostanziali. Anche dopo l’ulteriore graduale discesa del rapporto deficit su PIL fino al 3 per cento ad inizio 2018. La crescita del PIL è stata invece in aumento fino al 2015 mostrando poi un assestamento intorno al 4 per cento contribuendo in maniera sostanziale alla stabilizzazione del rapporto debito/PIL.
Spagna – Andamento del rapporto deficit/PIL e debito/PIL e variazione percentuale annua del PIL – Dati annuali 2011-2018 (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat. Colonna di destra rapporto debito/PIL
La Francia nello stesso periodo presenta una storia del tutto analoga anche se con dei livelli di deficit su PIL molto più bassi. Anche per la Francia nel periodo 2015- 2016 si assiste ad un assestamento del debito su PIL al 98 per cento in corrispondenza di un livello di deficit su PIL mantenuto prima intorno al 4 per cento nel periodo 2013-2014 e poi intorno al 3,6 – 3,4 nel periodo 2015-2016. La crescita si è mantenuta su una media del 2 percento tra il 2014 e il 2017.
Francia – Andamento del rapporto deficit/PIL e debito/PIL e variazione percentuale annua del PIL – Dati annuali 2011-2018 (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat. Colonna di destra rapporto debito/PIL
Il caso dell’Italia può essere a sua volta emblematico, infatti, ad una diminuzione del deficit/PIL al di sotto della soglia del 3 per cento (raggiunto con largo anticipo rispetto agli altri 2 Paesi) corrispondono un aumento del debito/PIL e una crescita più asfittica (1,7 per cento medio nel periodo 2014-2017).
Italia – Andamento del rapporto deficit/PIL e debito/PIL e variazione percentuale annua del PIL – Dati annuali 2011-2018 (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat. Colonna di destra rapporto debito/PIL
Gli andamenti del deficit si mantengono, quindi, divergenti in tutti i casi. Con un assestamento del debito/PIL ad un livello costante dopo una certa data. Questo livello viene sostanzialmente mantenuto anche a seguito di un ulteriore diminuzione del rapporto deficit/PIL. La presentazione di queste tendenze sembra pertanto smentire un rapporto diretto (positivo) tra deficit e debito e quindi degli effetti positivi del rientro del primo entro la soglia del 3 per cento rispetto al PIL o addirittura dello 0 per cento. Ciò di cui bisogna tener conto è che in economia non esistono (o non esistono solamente) delle relazioni causali dirette tra una variabile e un’altra, occorre sempre prendere in considerazione gli effetti di retroazione tra le diverse variabili.