Nazionalizzazioni come Ritorno al Futuro
Dopo il recente scandalo, la Carillion, multinazionale britannica dei servizi, ha dichiarato fallimento. Grazie a questo evento, nella terra di Robin Hood si riapre la battaglia su oltre 30 anni di privatizzazioni nei servizi pubblici, che hanno dato ai ricchi e tolto ai poveri. Corbyn, senza aspettare gli esattori delle tasse di Notthingam nascosto nella foresta di Sherwood, non fa il verso a Zingaretti e a Macron e parla di nazionalizzazione dei servizi pubblici.
Infatti, Carillion è un caso di bancarotta tra i più significativi della crisi iniziata nel 2008. Stiamo parlando di 3 miliardi di sterline di debiti verso istituti di credito e istituzioni pubbliche e private, e di contributi pensionistici non versati per circa 400 milioni di sterline. Questa società è una multinazionale con più di 30 mila dipendenti, che opera anche in Irlanda, Canada, e Medio Oriente. Grazie alle esternalizzazioni dei servizi volute da tutti i governi Inglesi degli ultimi decenni, si è conquistata consistenti finanziamenti pubblici, tramite appalti per migliaia di posti letto e di pasti giornalieri nella sanità, per l’organizzazione di servizi di call center e per molto altro.
Il fallimento di Carillion colpirà centinaia di piccole aziende inglesi ad essa collegate. Tutto questo non è accaduto per caso. L’azienda, pur dichiarando difficoltà finanziarie, continuava ad avere fondi pubblici e appalti a go-go.
Mentre una commissione di inchiesta parlamentare era al lavoro, la stalla rimaneva aperta e i buoi sono scappati. Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra, memori del fatto che nel 2015 la Carillion fu coinvolta in azioni di spionaggio contro diversi sindacalisti. La Carillon per alcuni giornalisti inglesi rappresenta non solo una multinazionale, ma, con le sue ramificazioni in tutta la società britannica, un vero e proprio Stato nello Stato, una presenza discreta ma capace di condizionare tutta la vita politica e sociale e istituzionale del Regno Unito.
Ritorna, quindi, prepotente il tema della pubblicizzazione di acqua, energia e ferrovie britanniche. Questo è il programma dei laburisti. Ben diverso dalla contro-riforma della Costituzione come prospetta Zingaretti in perfetta continuità con Renzi.
Il Labour, con dati alla mano, ha mostrato quali sono stati i costi sostenuti dalla collettività ed i benefici ottenuti dai privati negli ultimi dieci anni. In Inghilterra, le bollette dell’acqua in un decennio sono aumentate del 40%, e gli azionisti privati si sono divisi, a partire dal 2010, circa 11 miliardi di sterline. Sempre meno che in Italia, dove le bollette sono aumentate del 60%.